Il nostro tempo…

L’uomo con passo lento ed incerto, appoggiato a ciò che ora lo rendeva più stabile guardava le prime luce dell’alba, che tingevano tutto di rosa, anche il cielo era tale mentre l’acqua scura lenta e calma lambiccava la riva della fondamenta veneziana in punta alla Dogana, e pensava – perché non mi sono mai soffermato ad osservare spettacolo più bello? – in quel mentre una dolce e calda brezza primaverile gli scompigliò i capelli, oramai da tempo diventati bianchi, le sue rughe che gli solcavano il viso come profonde gole che percorrono la terra, si distesero.
Sapeva che era giunta l’ora dell’ultimo saluto alla madre terra, chiuse gli occhi ed alzò la testa al cielo sussurrando “Prendimi sono pronto…” ma, in un gioco del destino la brezza cominciò a soffiargli attono e qunado riaprì gli occhi si ritrovò sessant’anni di meno, allora capì il perché e si dissolse nell’aria come una nuvola arancione che sfuma delicatamente…
Daijo_01

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