Dignità…

L’uomo di fronte allo specchio lo contemplava, poi lentamente si girò e guardò la finestra che dava sul giardino di cemento armato, e continuava a fissare il vuoto.
Svuotato e deluso da tutto quello che circondava, cominciò a parlare al vuoto – ho perso gli amici, si è vero, una casa, un lavor li ho, ma ciò in cui credevo e speravo si è dissolto come una bolla di sapone…- mentre diceva questo il vetro si appannava ma, lui non faceva caso a ciò stava guardando oltre.
Poi aggiunse -…perché, tutto ciò, perché la vita deve essere ingiusta, cos’ho fatto, sarà che me lo merito, non dico di no…ma, chi fa del male non ha queste punizioni, forse resterò solo per tutta la mia misera ed insignificante vita…-
Quando un rumore attutito lo fece trasalire -…han, tu, José, gatto…uguale a me, no non ti preoccupare…- mentre il gatto stava facendo le fusa si era avvicinato a Aliberto.
-…sai cosa ti dico José vieni che ti do la pappa…- in fatto scese dalle braccia del padrone il quale gli era praticamente saltato in braccio ed aggiunse -…l’unica cosa che non mi rammarico è la mia dignità non la butterò mai, se il mio destino è di avere te come unica compagnia vada…-e facendo questo versò il cibo nella ciotola del gatto e lo guardò mentre non finì di mangiare tutto quello che aveva nella ciotola…
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