Con le mani in tasca

L’uomo fermo alla fermata, e capo chino era immobile, sembrava quasi una statua.
Ma chi sta aspettando, il suo soprabito grigio mosso dal vento, rifletteva tutte le luci della strada, a volte non sembrava del colore e del tessuto con il quale era fatto.
I capelli erano scarmigliati dal vento, anche quelli riflettevano le luci più forti, in un posto così desolato e sperso, senza un lampione ad illuminarlo ma, chi era…ad un tratto come se mi avesse letto nel pensiero, mi fissò di tre quarti e rimasi raggelato, e per l’occhiataccia che mi aveva tirato e…perché mi assomigliava in modo spaventoso…solo allora la mia mente ritornò al posto dove mi trovavo, ovvero quel uomo ero io, e mi riflettevo nel vetro difronte a me, della fermata. E realizzai perché ero ridotto così…avevo perso tutto anche la mia dignità
mani in tasca

Lascia un commento