– Chapter four – Riflessioni

Ora Lenardo era perso nelle sue riflessioni, quella presenza lo aveva raggirato, giocato, perché comunque ed in ogni caso, nonostante nella vita di tutti i giorni continuava a sbagliare, per la troppa stanchezza, nella vita notturna il tempo era un tiranno spietato. Aveva scritto ed aveva constatato. Chiuse gli occhi, il gusto malsano dell’errore stava nuovamente prendendo posto e nonostante questa volta fossero arrivate le prime luci dell’alba a portare gioia e risvegliare i poveri ignari cittadini. Sentiva crescere dentro di se un’scuro desiderio di fare qualcosa di perfido e diabolico. Quando sentì una mano sulla spalla che lo chiamava. – Lenardo ti sei addormentato? Stavi spiegandomi cosa devo fare…- era Giosaldo, suo collega, e stava aspettando le ultime battute prima di buttarsi a capofitto nel lavoro. Lenardo rispose -…Scusami, penso di essere affaticato e stanco…- Giosaldo rimbeccò – Dai non ti preoccupare ora puoi andare a dormire a casa tua…- Gli fece un sorriso, e quel sorriso sciacquò via tutti i pensieri cupi che poco prima stava facendo. Si voltò e fece il più bel sorriso che potesse fare ad una persona, sincero e pulito. E si allontanò dirigendosi verso casa. ora i suoi pensieri cupi, erano svaniti.

Ma vi faccio mente locale come possa un sorriso scogliere spesso e volentieri pensieri cupi.

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