Lenardo era sempre stata una persona disinvolta e sfrontata, mai paura del prossimo e determinata. Però gli ultimi avvenimenti che gli erano accaduti negli ultimi due anni l’avevano trasformato nell’ombra di chi era e le varie proposte che gli erano arrivate dal lavoro precendente non gli piacevano. Doveva cambiare realtà. Ed infatti una e-mail arrivò come un fulmine a ciel sereno. Venezia, il suo grande sogno, forse, poteva concretizzarsi. La gavetta sapeva era dura ma, come dice quel vecchio proverbio – Chi l’ha dura la vince…- un ulteriore trampolino verso il suo amato sogno. La burocrazia…bubbole tutto si può fare in questa a parte una cosa…ma queste sono altre storie. Morale della favola, aveva accettato di gran lena a lavorare a Venezia. Mentre le notti passavano tranquillamente, gli eventi si evolvevano in modo molto curioso ed incalzante, ma lui non si dava per vinto. Rispondeva colpo su colpo con la convinzione che presto o tardi le sue doti sarebbero state apprezzate. Ed era così, e questo lo rendeva felice e contento di lavorare, era la classica persona instancabile – certo per portarsi al pari con gli altri doveva lavorare sodo –
Quando quella fatidica sera bussarono alla porta ma, non aspettava nessuno…era solo ed il bussare era arrivato in fondo al corridoio dove c’erano i bagni. Poi sentì le porte che davano nella cucina aprirsi…sembrava che i cupi pensieri che stava portando nel computer si stessero concretizzando, e sentì gli aghi gelati aprirsi nelle sue vene…prese coraggio e nonostante la paura ed i clienti che dormivano tranquilli nelle loro stanze urlò “Chi c’è? C’è qualcuno?” ma ovvio il destino è un gran burlone…non ebbe risposta, però venne investito prima da una raffica di brezza fredda sostituita da una calda…e comparve una figura scura che era trasparente però allo stesso tempo concreta. Con bordi frastagliati,indefiniti giusto vicino al marcatempo e sotto a dove c’era la luce più intensa…